Dossale marmoreo
Complesso museale di San Pietro
Mino da Fiesole
marmo
1473
Posto nella cappella della famiglia Vibi, il dossale marmoreo reca un’iscrizione che ne ricorda il committente (il noto giurista Baglione dei Montevibiani) e la data di esecuzione (1473). Già il Vasari ricordava l’opera riconducendola a Mino da Fiesole, uno dei protagonisti della stagione scultorea fiorentina del Rinascimento. Sensibile all’influsso di Bernardo Rossellino, ma anche di Luca della Robbia e di Desiderio da Settignano, Mino lavorò molto anche fuori Firenze e in particolare a Napoli e a Roma, dove entrò in contatto con Paolo Romano e Giovanni Dalmata.
Lo scomparto centrale è occupato da Gesù bambino benedicente affiancato da quattro angeli, ispirato al celebre modello fiorentino del Tabernacolo di San Lorenzo di Desiderio da Settignano (1461). I due santi laterali, San Girolamo che si batte il petto e San Giovanni Battista, sono posti entro finte nicchie a forma di valva. Le paraste e le cornici sono ornate, così come l’architrave, con un ricco repertorio di ghirlande, festoni e putti, secondo il gusto rinascimentale fiorentino di cui il dossale di San Pietro (assieme al Tabernacolo di Monteluce del 1483, attribuito a Francesco di Simone Ferrucci) rappresenta uno dei rari esempi a Perugia.