Deposizione nel sepolcro
Museo di Palazzo Baldeschi
Niccolò di Liberatore, detto l’Alunno e Lattanzio di Niccolò
olio su tela
1500 circa
L’artista folignate fece di quest’opera una lacerante rievocazione delle sacre rappresentazioni medievali, conferendo a ogni personaggio una drammatica, deformante carica espressiva. L’opera fu commissionata a Niccolò forse dalla famiglia Orfini di Foligno, la stessa che dette i natali all’editore Emiliano, noto per aver stampato la Commedia dantesca. Alla fine dell’Ottocento, il dipinto era a Roma in collezione privata con l’attribuzione a Mantegna. In seguito passò a Firenze, dove fu visto da Longhi che lo giudicò buon lavoro del pittore folignate.
A parere di Todini (1987) l’opera fu realizzata attorno al 1500 da Niccolò, in collaborazione con il figlio Lattanzio. Recentemente si è di nuovo fatta strada l’idea che si tratti di un autografo di Niccolò (Lunghi 1996-1997) e ciò in virtù della somiglianza con un disegno del maestro conservato nel Kupferstichkabinett di Berlino. La critica è concorde nel vedere l’opera ispirata alla cultura pittorica di Carlo Crivelli, artista veneziano a lungo attivo nelle Marche. È questa, del resto, una caratteristica ricorrente nella produzione di Niccolò.